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La bellezza dei valichi di frontiera. Il pianista jazz italiano Angelo Comisso crea la perfetta estetica del suono.
“Fine Art Jazz” è una serie di concerti che da anni porta nella zona settentrionale della Ruhr musicisti jazz internazionali di alto livello. Di tanto in tanto ci sono musicisti tra loro, che spalancano le porte alla musica classica, combinando brillantemente scenari sonori. Con Angelo Comisso, uno di questi musicisti è stato invitato a Schloss Horst a Gelsenkirchen. Comisso, che ha già eseguito un suggestivo concerto all’alba di due ore e mezza davanti a mill persone nella sua terra d’origine italiana in una trasmissione televisiva in diretta, ha fatto un debutto tedesco molto emozionante come solista per pianoforte.
La sala, una moderna costruzione in vetro che utilizza la bella parete esterna ad arco di uno dei castelli rinascimentali più antichi e belli della regione come palcoscenico e cornice da concerto, è immersa in una luce intima, oscillante dal rosso passionale al blu sferico. Comisso entra in scena tranquillamente, nessuna parola di disturbo, un breve inchino, il pianista è già immerso nel suo mondo. Il silenzio della sala si pone in una tensione naturale, piacevole e in attesa, che si dispiega negli ascoltatori.
Due note in ottava superiore, luminose e chiare in costante alternanza, come il ticchettio di un orologio, una pulsazione ipnotica, costituiscono il punto di partenza di brillanti metamorfosi musicali. Si sviluppa un tema timido, semplice, delicato, come una serenata di Debussy. Gli accordi si intrecciano e si condensano, le sequenze intense si trasformano in immensi crescendi, che a volte conferiscono al pianoforte a coda con molto pedale la monumentalità di un organo. Poi ancora, le singole note gocciolano come perle delicate in un lago di silenzio assoluto.
Comisso racconta con genio e virtuosismo giocoso, in un flusso completamente improvvisato, di passione ed estasi, oltre che di tenerezza e amore. Attira il pubblico nel suo viaggio onirico, le pagine di un diario interiore si aprono, mostrando una parte di sé, ricordi, emozioni, riflessioni di una lacerante consolazione ora-tempo, intima. Ci sono storie dietro le composizioni melodiche originali, “Adios Adieu” è anelito alla partenza delle separazioni, o “Anita” al risveglio di una nuova vita piena di gentili presagi, che vengono compresi nella loro sintesi senza conoscerne il contenuto. La corsa dei tasti attraversa lo stomaco, tocca letteralmente le fibre di ogni essere interiore, spinge verso le immagini e le sensazioni del proprio io. Toni e accordi creano dipinti della fragilità filigranata dell’esistenza umana.
Comisso è un pianista classico, laureato in Pianoforte Classica al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, portando agli esami tra altri opere di Stravinsky e Mussorgsky. L’intenditore di musica classica può sentire brevi passaggi di una Toccata di Bach, o percepire le drammatiche linee di basso di un romantico. Sequenze timbriche incisi nella mente e amate che si trasformano in incredibili, indipendenti ed innovativi sviluppi sonori, avvolgendo la stanza in una nuvola di pittoresca bellezza. “La bellezza riscatterà il mondo”, frase di Fyodor Dostoevskij, ancorata alla filosofia greca, è il credo di Comisso. Persino disperazione e tristezza appaiono in una veste estetica.
Un fantastico piacere d’ascolto di sonorità armoniche, proprio come i classici recital pianistici non interrotti da parole o annunci fastidiosi.
Comisso eseguirà un programma di pianoforte solo il 21 giugno al Kolvenburg di Billerbeck nella regione del Münsterland.
Informazioni https://www.kolvenburg.de/termine-veranstaltungen/konzerte/angelo-comisso.html